giovedì 19 marzo 2009

La nuova torre di Babele

La memoria si sa è corta e la storia si evolve, spesso cambia il nome alle cose, agli avvenimenti del passato. La lingua stessa muta e cambia, succede così che certe cose cambiano nome e finisce che certe cose nere diventano bianche e altre volte le bianche diventano nere.

Negli ultimi due secoli poi si sa che l'evoluzione ha avuto un accelerata pazzesca. Quello che non si sa è verso cosa: qual' è il vero obiettivo? Dove andremo a finire? Nessuno lo sa, forse Dio, o forse neanche lui visto che donandoci il libero arbitrio si trova come un genitore che ha visto crescere il figlio e ora che è adulto non lo riconosce più: non capisce come possa essersi allontanato tanto dalla strada dei valori che lui credeva di avergli insegnato. E ora che è adulto, anche se continua a sgolarsi, non viene più ascoltato.

Nessuno forse se n'è accorto, ma la costruzione della nuova torre di Babele è già cominciata da tempo immemorabile, da quando i popoli hanno iniziato a viaggiare e a mischiarsi tra loro. Come per ogni babele che si rispetti la costruzione della base è stata lenta perché è molto larga, ma poi è accelerata, man mano che cresce e si avvicina sempre più verso il cielo, i cerchi sono sempre più piccoli e veloci da costruire. Oggi credo che siamo a buon punto: presto si arriverà in cima, e dopo? Il bello è che da un po' di anni a questa parte ce lo stanno dicendo un po' tutti i mezzi di comunicazione, solo che invece di chiamarla Babele (nome vecchio e antiquato oltre che preoccupante) l'hanno chiamata con un nome più moderno e accattivante: globalizzazione.

La globalizzazione, con il continuo scambio di merci, persone, lingue, non ci sta portando forse ad uniformare gli usi e i costumi? Internet non sta forse accelerando l'unificazione del linguaggio? L'importazione di "cervelli" da parte dei paesi più ricchi non sta forse accentrando tutto il sapere e accelerando così l'incremento della conoscenza verso livelli assoluti? Già da molti anni si parla di genetica e ci sono già oggi cliniche che propongono tramite l'inseminazione artificiale (modificando l'embrione) di poter scegliere le caratteristiche dei figli: lo volete biondo? Con gli occhi azzurri? Magari con sei dita per distinguersi dalla massa? Non c'è problema, presto si potrà avere tutto (o forse si può già avere?).

Tutto questo sapere sconfinato, non è forse un modo per elevare l'uomo al livello di Dio? Non stiamo forse tornando ai tempi di Babele? Non so se Dio questa volta permetterà a l'uomo di raggiungere la cima o tornerà come scritto nella Bibbia a confondere le lingue. Ma la vera domanda non è questa: vogliamo davvero raggiungere la cima? Se lo vogliamo, ricordiamoci solo che più alta è la cima e più è rovinosa la caduta.

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