lunedì 6 ottobre 2008

Non è giusto ma è così... ora che vogliamo fare?

Quante volte ci siamo detti "Non è giusto" oppure "Perchè proprio a me..." o anche "Perché sempre a me..." e forse "Capitano sempre tutte a me" ecc.ecc.
A tutti è capitato, a volte per piccole cose, a volte per grandi disgrazie. Io credo che il problema non sia il "perché" su cui ci fossilizziamo sempre e che molti di noi (anche io spesso ci casco) usano come scusante per non affrontare il problema. Il punto è "Come intendiamo affrontarlo e risolverlo?" questa è la vera domanda che dovremmo farci ogni volta che incontriamo un problema più o meno grande. Ricordandoci sempre che è più importante il come si affrontano le cose del risultato che otteniamo.
Un esempio che mi piace ricordare ogni volta che mi faccio queste domande è:
Se il dottore mi dicesse "Hai rimasto 6 mesi di vita" cosa sarebbe meglio fare? passare i 6 mesi a lamentarsi, a prendersela con tutti e con Dio, rendere così impossibile la vita chi ci ama che già dovrà affrontare la vita senza di noi? O forse sarebbe meglio vivere serenamente il resto dei propri giorni confortando invece chi non è preparato ad affrontare la vita senza la nostra presenza? In fondo, sia che si creda in Dio e nella resurrezione in paradiso o che si creda nel nulla dopo questa vita, il problema sarà sempre di chi rimane a vivere in questo mondo, non di chi lo abbandona.
E poi di cose ingiuste a questo mondo ce ne sono talmente tante che è difficile non trovare qualcuno a cui è toccato un destino sicuramente molto peggiore del nostro. Mi basta vedere anche solo qualche immagine dei lagher nazisti per ricordarmi di quanto siamo stati fortunati.
A.j.f. 12.11.07

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